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martedì 15 agosto 2006

Magris - parlare di altri

"Fra il Danubio e il mare", p. 21:

"Credo che l'unico modo di parlare, di raccontare qualcosa della propria esperienza, sia parlare di altri. [...]. Borges parla di un pittore che descrive paesaggi - monti, fiumi, alberi - e alla fine si accorge di aver dipinto il proprio autoritratto, e non perché abbia deformato con prepotenza la realtà, ma perché il suo essere consiste proprio nel modo in cui egli guarda la realtà, in cui egli vive l'esperienza degli altri.
La nostra identità è il nostro modo di vedere le cose. Se mi si chiedesse di parlare di me, istintivamente comincerei a parlare di altre persone, dei miei genitori, della compagna della mia vita, dei miei figli, di persone amate, dei miei amici, delle mie amiche, di maestri, di paesaggi, di luoghi, magari anche di animali, certo non di me; persino di storie che sono capitate ad altri ma che si sono in qualche modo integrate nella mia. E attraverso il modo in cui io parlerei di altre cose, di altre persone, si potrebbe forse capire qualcosa della mia capacità o incapacità di amare, del mio coraggio, delle mie paure, delle mie ossessioni, delle mie fedi, dei miei disinganni."

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