Sembra quasi un ossimoro (in questo caso, due parole che dicono una il contrario dell'altra).
Eppure esiste, in Italia, una letteratura divertente. Non solo quella lontana del tempo e considerata minore, dall'Ariosto in poi, che può essere difficile da leggere oggi perché la lingua è cambiata (almeno un po'). Esiste anche una letteratura italiana recente (del novecento) divertente. Achille Campanile, per fare un nome (ad esempio Gli asparagi e l'immortalità dell'anima, Vite di uomini illustri, Il povero Piero). O Ermanno Cavazzoni (es. Vite brevi di idioti).
La letteratura divertente esiste, ma non viene insegnata a scuola (ai miei tempi, negli anni settanta, non veniva neppure citata), né data da bere in televisione. L'unica è il passaparola.
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